La radioprotezione è quella disciplina dedicata a proteggere i lavoratori, e la popolazione, dall’uso pacifico delle radiazioni ionizzanti. Il termine pacifico discrimina l’armamento termonucleare ma no la produzione, l’arricchimento e l’immagazzinamento delle sostanze radioattive pesanti quali uranio, plutonio, etc.
Nella maggior parte dei casi la radioprotezione si occupa di apparecchi radiografici impiegati sia per usi industriali che per usi medici (di fatto in Italia l’uso civile dell’energia atomica per produzione elettrica è stato bandito con il referendum del 2011).
La norma quadro che regola la radioprotezione nel nostro paese è il decreto legislativo n° 230 del 1995 con le sue modifiche successive: i DD. Lgs. 241 e 187 (attività di fisica sanitaria e radioprotezione del paziente) del 2000 ed il D. Lgs. 257 del 2001.
Chiunque voglia intraprendere una qualsivoglia attività che comporta l’uso di un apparecchio radiografico, o comunque che accelera elettroni a più di 30.000 Volt, o l’impiego volontario di sostanze radioattive deve attivare la procedura di radioprotezione prevista dal citato decreto 230/95.
A titolo d’esempio citiamo alcune attività che ricadono in questa fattispecie: odontoiatria, radiologia, laboratori d’analisi che effettuano radioimmunologia (RIA), misurazione di spessore tramite attenuazione di elettroni, controllo bagagli, microscopia elettronica, misurazione di particolato aerosospeso. In aggiunta a queste attività storiche si sono aggiunte alcune attività che non hanno la componente di volontareietà ma devono ricadere nell’attivazione della procedura di radioprotezione per proteggere la popolazione: lavorazione di rottami metallici (radionuclidi artificiali), lavoro in sotterraneo (radon), attività di volo (radiazioni solari e cosmiche), lavorazioni che comportano la manipolazione di fosfogessi (radionuclidi naturali). Infine anche quelle attività che non hanno una diretta gestione di sorgenti radiologiche, ma che hanno del personale che accede alle sorgenti di un altro datore di lavoro, devono attivare la radioprotezione del proprio personale. Il datore di lavoro dovrà fornire tutta l’assistenza necessaria allo svolgimento dei compiti dell’esperto qualificato, incluse quelle informazioni sul processo produttivo che l’esperto qualificato ritenesse essenziali per la sicurezza radiologica, fermo restando l’obbligo dell’esperto qualificato al rispetto del segreto industriale.
La prima cosa da fare è chiedere informazioni ad un Esperto Qualificato con ampio anticipo sull’effettivo inizio dell’attività (tutta l’attività autorizzativa deve essere comunicata alle autorità vigilanti con almeno 30 giorni di anticipo sull’effettivo possesso della sorgente di radiazioni ionizzanti).
La scelta dell’esperto qualificato è un atto importante che il datore di lavoro deve effettuare consapevolmente avendo ben presente che, qualora la scelta si rivelasse improvvida, la responsabilità ricadrebbe esclusivamente sul datore stesso (culpa in eligendo). Per aiutare il datore di lavoro in questa difficile scelta (dato che lei/lui non sa nulla di radioprotezione) la legge prevede che ci sia un Elenco Ufficiale degli esperti qualificati abilitati (con accesso per esame). L’abilitazione è divisa in tre gradi a seconda della difficoltà della sorveglianza fisica delle sorgenti impiegate nella propria attività lavorativa. Il primo grado va bene per piccoli apparecchi radiografici. Il secondo per i radionuclidi, mentre il terzo si occupa dei grandi impianti e dei radionuclidi che producono neutroni.
Pertanto un datore di lavoro che voglia scegliere un esperto qualificato potrà effettuare una ricerca sul sito dell’Associazione Nazionale Professionale degli Esperti Qualificati (ANPEQ) e quindi richiedere copia del certificato di abilitazione ed iscrizione negli elenchi dello stesso. Il resto dei compiti che devono essere svolti dal datore di lavoro gli verranno schematizzati dall’esperto qualificato, che ne predisporrà anche la documentazione prevista per legge.
Il Dott. Enrico Marchetti è iscritto nell’elenco degli esperti qualificati di terzo grado al n° 399, è laureato in fisica ed è specializzato in fisica sanitaria. E’ ricercatore presso l’ex ISPESL (attualmente settore ricerca dell’INAIL) dove si occupa di agenti fisici e radioprotezione.
Per quanto riguarda la strumentazione di radioprotezione lo studio possiede un dosimetro a scintillatore plastico dell’Atomtex, modello AT1123 (sensibilità pari a 15 nSv/h, velocità di risposta di 20 μs) per la valutazione dell’equivalente di dose ambientale. Le valutazioni dosimetriche personali sono effettuate avvalendosi di un servizio di dosimetria esterno di comprovata affidabilità. Le valutazioni di contaminazione superficiale sono fatte con strumentazione in affitto.
In ragione dell’attività svolta e della strumentazione di misura impiegata lo studio svolge attività di radioprotezione su sorgenti radiografiche sia industriali che mediche, su sorgenti radioattive sia artificiali che naturali (incluso radon e attività di volo), su sorgenti con produzione di neutroni. Si effettua anche sorveglianza di personale esposto presso terzi e di strumentazione di misura in zone esenti da sorgenti radiologiche volontarie. Effettua radioprotezione per il radon e consulenza per la misurazione dello stesso.